POLLENZO
di Giuseppe Carità – Misure 24 x 32 pag. 442 – Euro 35,00

Il volume rende conto di una serie di singolari avvenimenti i e ricerche su Pollenzo, avviati in seguito all’idea di ridare vita ad uno dei maggiori complessi ottocenteschi della tenuta Carlo Albertina. L’avvio, sette anni fa, del progetto di recupero funzionale dell’Agenzia oltre ad arrestare il processo di degrado di alcune delle strutture architettoniche più antiche della tenuta, ha permesso di avviare le opere di rinnovo urbanistico del borgo e, quindi, del territorio: questo volume rappresenta pertanto un rendiconto puntuale di quanto avvenuto a Pollenzo negli ultimi anni, alla luce di una storia bimillenaria, la cui singolarità va rapportata alla esiguità di questa porzione del territorio comunale di Bra. Il concorso corale di iniziative imprenditoriali e di studi e ricerche nei differenti campi della storia, dell’arte, dell’economia, dell’archeologia, dell’urbanistica, dell’agricoltura e della vitivinicoltura, e dell’architettura ci consentono di fare il punto su questo luogo che dall’epoca romana al medioevo fu di crescita e di confronto per entità politiche e territoriali le cui dimensioni giunsero a creare un polo, in epoche differenti, il cui significato fu eccezionalmente alto. Se l’alto significato storico del ruolo dì Pollentia, in particolare sullo scorcio dell’epoca imperiale romana, era sostanzialmente noto, i nuovi accertamenti e gli studi di archeologia medievale, ci restituiscono, attraverso gli eccezionali ritrovamenti archeologici avvenuti nelle aree indagate, una fase della Pollenzo tardo antica insospettabile. E così vale per la fase rinascimentale del castello, le cui alte qualità architettoniche e decorative del tutto inesplorate in precedenza, rendevano quella residenza comitale uno dei poli espressivi, nel Piemonte meridionale, del rinnovamento artistico conseguente alla creazione del nuovo stato sabaudo di Emanuele Filiberto dopo l’occupazione francese. La messa a punto di ciò che avvenne poi sul territorio pollentino nella prima metà dell’Ottocento con l’arrivo di Carlo Alberto di Savoia, che scelse Pollenzo come luogo più riservato per il suo riposo, ma anche come luogo di eccellenza per le sue sperimentazioni in campo agricolo, zootecnico e vitivinicolo delinea il quadro delle qualità specifiche di quest’area. La qualità di prestigio perseguita in quel tempo passato appare oggi come un modello da assumere nei nuovi obiettivi che il rinnovo pollentino pone, con la nascita della Banca del Vino e della Università di Scienze Gastronomiche, accanto alle altre iniziative nel campo della ristorazione e dei servizi per l’ospitalità nell’ottica di una vocazionalità di operatori economici ed imprenditori del territorio, da valorizzare sulla scia di una grande tradizione.

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